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    Trinitapoli, Cittą dei Cavalieri di Malta

  • Della signoria dei Cavalieri di Malta sul Casale della Trinità rimane vivo il ricordo nel comune sentire della gente, per cui Trinitapoli ama definirsi Città dei Cavalieri di Malta.
     
    Sulle tracce di questa storia percorriamo Corso Trinità con i suoi palazzi ottocenteschi, dimora delle famiglie nobili di un tempo. Superata la traversa che porta il nome del Cavaliere di Malta Fra Deodato Capitaneo, il già esteso marciapiede si amplia nel Largo Croce di Malta, che fa da sagrato all’antica Chiesa della Trinità.
     
     
     
    La sua facciata, con le due torri campanarie, richiama alla mente la più celebre Trinità dei Monti a Roma. Sul portale d’ingresso si conserva uno stemma in pietra dei Cavalieri di Malta, sul quale il tempo ha sbiadito gli originali colori bianco e rosso. In alto fa bella mostra di sé un timpano in stile barocco, sormontato da una Croce di Malta in ferro, adorna di una banderuola a sua volta carica della croce melitense.
                                                                                         
    Più elementi, dunque, rimandano all’Ordine dei Cavalieri di Malta, che furono signori del paese per due secoli (1589-1798) e che ebbero il diritto di patronato sulla Chiesa della Trinità. La presenza in essa di una reliquia del Legno Santo la si deve ai Cavalieri e ai loro legami con la Terra Santa.
     
    La vista della reliquia, nella splendida urna dorata che la conserva, suggestiona e fa pensare alle traversie che si dovettero affrontare per far arrivare qui il prezioso frammento della Croce di Cristo. E la storia dei Cavalieri ritorna nel racconto della nascita della Commenda Magistrale del Casale della Trinità e della fastosa cerimonia d’insediamento del Commendatore. Questi pose la sua residenza nel Palazzo costruito a metà Cinquecento dai Della Marra, che si componeva di tre piani, con un cortile centrale. Dal secondo piano, attraverso un ponte di legno, si passava nella Torre, una delle tante sorte sulla costa a difesa del territorio dalle scorrerie di corsari e saraceni.
     
     
    Il Palazzo e la Torre davano su Largo Parlamento, dove si svolgeva il «Parlamento popolare», cioè il Consiglio comunale dell’epoca che, presieduto dal sindaco e da due eletti, vedeva riuniti tutti i capifamiglia, mentre il Governatore sovrintendeva dal balcone lo svolgimento dei lavori in nome e per conto del Commendatore.
     
    Il Palazzo, rimasto inalterato nella sua struttura originaria, oggi ospita il Municipio, mentre l’attiguo Largo Parlamento è diventato la location per manifestazioni culturali.
     
    Siamo nel cuore dell’antico Borgo: il percorrere i vicoli e le stradine del centro storico, dove scorreva la vita all’ombra protettiva della Torre, dove le pietre trasudano storia, fa compiere realmente un tuffo nel passato. E alla fine si ritorna al presente con un bagaglio carico di racconti ed emozioni difficili da dimenticare.
     
                                                                                                  Pietro di Biase