Racconti di Trinitapoli

  • Federico II di Svevia, la Capitanata e il Tavoliere

    08/12/2018

    E’ un dato storico che Federico II di Svevia fosse innamorato della Puglia e in particolare della Capitanata e del Tavoliere. Secondo Arthur Haseloff, il grande studioso architetto rimasto per anni nelle nostre zone per effettuare le sue febbrili ricerche sui monumenti architettonici del periodo svevo, l’Imperatore Stupor mundi venne colto dalla morte a Castel Fiorentino, vicino Foggia.
     
    La Capitanata è un distretto storico-culturale della Puglia e ha costituito una unità amministrativa, dapprima del Regno di Sicilia, poi del Regno di Napoli e, quindi, del Regno delle Due Sicilie. Estesa per oltre 7.000 km², corrisponde approssimativamente all'antica Daunia e all'odierna provincia di Foggia. 
     
     
    Per confermare l’amore di Federico per la nostra pianura, si riportano i versi con cui Re Enzo (Re di Sardegna), figlio naturale di Federico, salutava il padre dalla prigionia nel Castello di Bologna:
     
    Va’, canzonetta mia.
    Salutami Toscana
    quella ched’è sovrana
    in cui regna tutta cortesia;
    e vanne in Puglia piana
    la magna Capitana
    là dov’è lo mio core nott’e dia.
                                     Rex Hentius
     
    Questa Capitanata, che Re Enzo salutava con tanto ardore, la mia, la nostra Capitanata, fu la vera residenza di Federico II. Egli amò profondamente la Puglia, intendendo per Puglia non solo quella che è l’attuale regione, ma tutto il Mezzogiorno. Preferiva risiedere in Capitanata per il riposo, il diletto e la natura. Scrisse tra l’altro: Quando sono lontano dalla Puglia mi si stringe il cuore. E va ricordata un’altra sua espressione riguardante la Puglia: Se il Signore avesse conosciuto questa piana della Puglia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a vivere qui.
     
    Anche se è vero che findall’epoca normanna la Capitanata era considerata una zona importante, specialmente per il celebre santuario micaelico sul Gargano, che attirava i cavalieri del nord, questo non basta a spiegare l’importanza che la storia della Capitanata ebbe al tempo di Federico. Data l’ampiezza del suo regno, bagnato dal Mare del Nord e dal Mediterraneo, era necessario stabilire la propria residenza, se di residenza a quei tempi si poteva parlare, in una zona che consentisse i vari spostamenti. Fu così che la scelta cadde sulla Capitanata, dove arrivò per la prima volta nel febbraio del 1221. Vi ritornò l’anno successivo, per far sosta a Foggia e provincia. Fu infatti il 1223 l’anno in cui fu posta la prima pietra del castello di Foggia. Da allora, per tutto un trentennio circa, tranne alcuni particolari periodi, l’Imperatore trascorreva l’inverno a Foggia e l’estate in montagna, intendendo, per Foggia, non solo la città, ma tutta la Capitanata e, nella fattispecie, la Capitanata pianeggiante, cioè il Tavoliere.
     
    La montagna dove trascorreva l’inverno era il Monte Vulture, vicino Potenza. Gli pareva, egli affermava, di errare come un pellegrino quando era lontano dal suo Regno di Sicilia, dove sempre più lo attraeva la bellezza del paesaggio, cioè l’amoenitas loci. Forse soltanto la grande passione per la caccia può farci capire a pieno la predilezione per la Capitanata.  Pare che il maestro di caccia imperiale Adenulphus Pardus conoscesse così bene i luoghi, da saper condurre Manfredi a Lucera, cavalcando in piena notte.
     
     
    Va inoltre tenuto presente che al tempo di Federico il Tavoliere aveva un aspetto completamente diverso da quello di oggi. Si sono verificate, nel corso dei secoli, delle lente trasformazioni, che hanno ridotto la ricchezza delle acque fluviali, mutando le grandi lagune in vere e proprie paludi. Questo spiega la fine delle città portuali di Siponto e Salpi. La malaria determinò lo spopolamento e da questo derivò l’abbandono dell’agricoltura, così che la provincia si trasformava in una immensa estensione a pascolo, dove, con la transumanza, scendevano le pecore dall’Abruzzo.
     
    Per popolare la Capitanata, Federico favorì la traduzione dei Saraceni e fondò Lucera e Ordona. Non è possibile quantificare le costruzioni realizzate da Federico in Capitanata. Per quanto concerne le costruzioni militari, Lucera, con il suo doppio castello, costituisce il punto centrale. Gli altri castelli formano una corona che va dalle Isole Tremiti e dalla fortezza di Termoli a Serracapriola, San Marco la Catola, Biccari, Troia, Castelluccio, Bovino, Deliceto, Rocca S. Agata, Monteverde, fino verso la costa: Tressanti, Verzentino e poi sul Gargano Monte Sant’Angelo, Vieste, Peschici, Vico, Sannicandro, Monte Evio, Lesina e Castelpagano.
     
    Grazia Stella Elia