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    Salapia: la cittą che visse tre volte

  • Salapia: la città che visse tre volte. Definizione quanto mai appropriata per delineare l’evoluzione storica di questo antico centro urbano. Evoluzione storica cui corrisponde anche un’evoluzione toponomastica: si parla di Salapia vetus, Salapia romana e Salpi, sorte a breve distanza l’una dall’altra. Ma quali sono state le vicende di questa città, poco distante da Trinitapoli?
     
    Le prime fonti storiche della prima città, la Salapia vetus, risalgono alla fine del IV secolo a.C. ma certamente la fondazione è di gran lunga precedente. L’insediamento dauno sorgeva in un’area umida nei pressi dell’antico lago di Salpi. La città, già provata da una dura repressione per essersi schierata contro Roma durante la guerra sociale[1], sarà afflitta da “pestilentia”, come ricorda Cicerone in una sua orazione[2]. La causa? L’impaludamento in un tratto del vicino lago di Salpi che renderà l’aria insalubre e costringerà gli abitanti ad abbandonare la città.
     
     
    Lo scrittore romano Vitruvio nel De Architectura[3] lega la rifondazione di Salapia ad un certo Marcus Hostilius, il cui ruolo nella società salapina a noi è sconosciuto. Hostilius si fa portavoce presso il Senato a Roma della richiesta degli abitanti di occupare un nuovo territorio. Viene fondata così la Salapia romana a 6 km di distanza dalla precedente. Hostilius definisce lo spazio urbico e divide il territorio in lotti che vende al prezzo simbolico di un sesterzio proprio per favorirne l’insediamento.
     
     
    Lo sviluppo e la ricchezza cittadina sono testimoniati dai resti emersi grazie agli scavi archeologici che dal 2013 vengono condotti dall’Università di Foggia in collaborazione con le Università statunitensi. Durante questi anni si è indagato in un’area lungo uno dei due cardi della Salapia romana, dove sorgevano botteghe artigiane, tra cui una conceria, e alcuni ambienti di domus con mosaici pavimentali, uno di questi di grandi dimensioni, policromo e unico nel suo genere.
     
    Ma le vicende storiche non finiscono qui: in età tardoantica la città romana viene a sua volta abbandonata per motivi non ancora ben definiti e alcuni cittadini si stabiliscono su di un’altura (artificiale), denominata comunemente “Monte”, a ridosso della Salapia rifondata. Si tratta di Salpi, spesso ricordata nelle fonti come importante sede vescovile e diversi sono i nomi attestati di vescovi (Pardus, Palladius…)[4]. Siamo ormai in età medievale e la città assume il tipico aspetto delle città-fortezza: gli scavi hanno permesso di riconoscere possenti resti murari e abitazioni con scale che scendevano ad un livello inferiore rispetto al piano di calpestìo. Chissà cos’altro riserva quest’area sia agli studiosi ma soprattutto ai Trinitapolesi, “figli” dei Salapini.
     
    Ogni estate nel mese di luglio gli archeologi e gli studenti universitari in collaborazione con l’Archeoclub locale organizzano un Open Day in cui la visita allo scavo è aperta a cittadini, turisti e curiosi catturati dalla storia di Salapia e dalle nuove scoperte.
     
    Fortuna Russo
     
     


    [1] Appiano, Bellum Civile 1, 52.
    [2] Cicerone, De lege agraria 2, 71.
    [3] Vitruvio, De Architectura 1, 4, 12.
    [4] Di Biase Pietro, Puglia medievale e insediamenti scomparsi. La vicenda di Salpi, 1985.