La bellezza millenaria della nostra terra
18/10/2019
Le distese di ulivi sono il simbolo più vero della nostra Puglia e rappresentano un sistema complesso dove storia, natura e sapere dell’uomo si sono fusi nei millenni. Solo chi comprende l’importanza di questo mix di elementi può capire le sensazioni, le emozioni e l’essenza più profonda della “pugliesità”.
L’incontro con gli olivi ha un che di magico: rivestono dolci colline e le loro pendici fino a raggiungere il mare, formano boschi che ancora oggi regalano la sensazione di poter andare indietro nel tempo, di potersi calare nella storia, di immergersi in un paesaggio eterno, rimasto intatto nei secoli. Meravigliosa è la vista di queste estensioni verdi che arrivano sino al mare e quasi si mescolano con il suo azzurro. L’estivo tramonto infuocato moltiplicandosi nelle nostre saline si fonde con le radici e le folte chiome di questi giganti creando magici riflessi. Mentre tutt’intorno si oscura, i grandi olivi restano alla vista sino all’ultimo, agitando le loro fronde impazienti alla brezza serale, ancora pieni di luce, pieni di olio, di vita. Nei loro rami possenti, i quei tronchi scolpiti dal tempo si riassume la potenza straordinaria della natura. Non sono soltanto l’emblema della bellezza del nostro territorio ma ne fanno parte integrante, sono l’essenza della nostra storia. Testimoni silenziosi del passaggio delle popolazioni che nel tempo si sono succedute nell’abitare la nostra terra. Greci, Romani, Normanni, Aragonesi, Angioini, Borboni, Piemontesi, senza tralasciare la presenza dei Cavalieri di Malta, hanno percorso i nostri “tratturi” costellati dagli olivi secolari.
Finanche i pastori transumanti d’Abruzzo si sono fermati all’ombra delle loro chiome fluenti per cercare refrigerio per sé e per i propri armenti, trovando riparo dalle avversità metereologiche che potevano perpetuarsi nei loro viaggi stagionali.
Insomma, la civiltà dell’olio ha le radici nel Mediterraneo e la Puglia con il suo territorio costellato di Borghi ne fa da degno testimone. Trinitapoli con i suoi tratturi, con le sue masserie che spuntano tra le chiome di questi “ruvidi giganti”, quasi come sentinelle di un tempo passato, consente al viaggiatore di immergersi in un “sogno” dove le sensazioni si moltiplicano come la sfera infuocata del sole al tramonto si moltiplica nelle “vasche salanti” dell’odierna Salina.
Sensazioni che si perdono nelle nebbie del tempo passato e che hanno avuto come testimone della magia del nostro territorio, anche, il vittorioso Annibale dopo le fatiche belliche di Canne, fu ospite nell’antica Salapia (La magica città che “visse tre volte”).
Prima Salapia, poi Trinitapoli, ma la storia continua e come le muscolose radici dei nostri olivi così noi tutti abbracciamo coloro i quali vengono e verranno a vitare la nostra terra.
Vi aspettiamo...
Donato Marrone