Cerimonia di insediamento del Commendatore di Malta nel Casale della Trinità
08/12/2018
Con atto di compravendita stipulato a Napoli il 13 giugno 1589 il conte Mattia Marulli, signore del paese, cedette il Casale con tutti i suoi beni, diritti e privilegi all’Ordine di Malta. Nasce così la Commenda Magistrale del Casale della Trinità.
Le autorità locali, intanto, sono in attesa di conoscere il nome del Commendatore, la cui designazione avviene con Bolla del Gran Maestro, nella quale vengono elencati i poteri, i diritti e le prerogative spettanti al neo eletto.
Sul finire dell’estate comincia a circolare voce che non dovrebbe tardare il provvedimento del Gran Maestro per la investitura della Commenda del Casale, e in effetti la Bolla viene firmata il 15 ottobre del 1589: in essa è designato il Cavaliere don Antonello Gagliotti, dei baroni di Terranova, come primo Commendatore della Commenda casalina.
Appena ne ha notizia, lo stesso Gagliotti informa il sindaco Stefano De Fazio della sua nomina, preannunciando per il 25 ottobre il suo arrivo nel Casale per la cerimonia ufficiale di investitura e per la presa di possesso. Raccomanda cura e rispetto di quanto prevede il rituale cavalleresco per queste circostanze.
La missiva del Commendatore mette in ansia non solo gli amministratori, ma anche l’arciprete, nonché i notabili del paese e il popolo stesso, desideroso di vedere da vicino un personaggio di tale rango. C’è poco tempo a disposizione, ma tutti ci tengono a far bella figura e perciò l’intera comunità si mobilita nei preparativi.
L’arciprete si reca a Barletta dal tappezziere Antonio Picella per far rifoderare con velluto rosso la sedia e l’inginocchiatoio, quelli utilizzati dall’arcivescovo nelle sue visite, che da tempo mostravano segni di usura e qualche strappo. Tira fuori anche la tovaglia d’altare più bella, sulla quale è ricamata l’immagine di S. Stefano, e l’affida a donna Lucia, sua fedelissima parrocchiana, per una rinfrescata ed una stirata. Al sagrestano Stefano raccomanda una pulizia a fondo della chiesa, che sarà addobbata soprattutto con garofani rossi e bianchi per richiamare i colori della bandiera dell’Ordine di Malta.
Gli stessi colori li troveremo nel drappo che ornerà la porta del sacro edificio, dove si svolgerà la parte più importante della cerimonia. Per questo don Annibale ci tiene tanto a lustrare ogni cosa, anche perché si tratta di far onore ad un religioso: i cavalieri di Malta, infatti, oltre che militari sono “frati”, poiché emettevano i voti religiosi di castità, povertà ed ubbidienza.
Il sindaco invitò i proprietari delle case a vignale che facevano corona a Largo Parlamento a dare una passata di calce bianca alla facciata delle loro abitazioni; ne aveva bisogno anche il Palazzo, che il Marulli aveva trascurato, ma le casse comunali erano a secco: si riuscì solo a fare qualche rattoppo e a pitturare la ringhiera del balcone, prevedendo anche un drappo rosso con la croce di Malta nel punto in cui si sarebbe affacciato il Commendatore. Si fecero carico della spesa Cesare Sarcina e Leonardo di Giovanni, che attinsero alle proprie tasche.
Dal canto loro i casalini, che non avevano da spendere, si limitano a preparare l’abito buono della festa, nell’attesa di vivere un evento che non capitava tutti i giorni.
Finalmente arrivò il 25 ottobre, domenica. Intorno alle ore dieci la piazzetta già brulicava di gente; ai piedi della scalinata della chiesa erano allineati il sindaco e le altre autorità, l’arciprete, le persone più in vista del paese. Alle dieci e trenta uno scalpitio di cavalli e uno squillo di tromba annuncia l’arrivo del Commendatore, con un seguito di dignitari, tra i quali vi è anche il conte Mattia Marulli. La folla preme e minaccia di rompere gli argini.
Dopo un breve saluto ai presenti, Fra Antonello Gagliotti entra in chiesa, attraversa la piccola navata e si inginocchia davanti all’altare, poi prende posto sul lato destro del presbiterio. Nelle prime file troviamo il sindaco Stefano De Fazio, gli eletti Angelo Guagnara, Virgilio Marzullo, Leonardo di Giovanni e Vincenzo de Fasanella, con le loro mogli; quindi i notabili del paese, e cioè Antonio Sarcina, Giovanni de Jeronimo, Giovan Giacomo Spagnolo, Cesare Sarcina, Cesare de Simeone, Donato de Cotrufo, Ettore de Simeone e Leonardo Antonio de Biase. Fra i dignitari che avevano accompagnato il Commendatore vi erano il Marulli, il notaio Orazio de Leo e il nobile Giulio Cesare Marinelli. Ben poco spazio rimase per il popolo, i più intraprendenti riuscirono con qualche gomitata a trovare un angolino, altri si fermarono sulla gradinata esterna o restarono al loro posto nella piazzetta.
Ha inizio la santa Messa e all’omelia don Annibale coglie l’occasione per ricordare quella che è la storia dell’Ordine di Malta e soprattutto i meriti acquisiti dai Cavalieri nella difesa dei Luoghi Santi di Palestina: «perciò è un onore – conclude il parroco – averli in mezzo a noi, averli come signori del paese». Spiega, quindi, il significato della cerimonia di investitura, per la quale invita il notaio Orazio de Leo a venire sul presbiterio.
A questo punto il Commendatore si alza in piedi, imitato da tutti i presenti, mentre il notaio, srotolata la pergamena, a voce alta e scandendo le parole legge la Bolla di investitura:
Bolla Magistrale
per il conferimento e la presa di possesso
della Commenda del Casale della Trinità
Noi, Ugo Loubens Verdalle, per grazia di Dio Cardinale di Santa Romana Chiesa del titolo di
S. Maria in Portico e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine dei Cavalieri di Malta
con il consenso di Sua Santità Papa Sisto V
abbiamo acquistato dall’Illustrissimo Conte Don Giovanni Mattia Marulli, nobile di Barletta,
che lo possedeva come Signore e Padrone in natura di beni burgensatici e in allodio franco e libero,
il Casale detto della Trinità,
sito nelle pertinenze della terra di Barletta,
secondo la forma dei privilegi,
con castello o fortilizio, con uomini vassalli di qualunque nazione e condizione siano, le rendite di vassalli, decime, servitù, imposte e sovraimposte, case, edifici, taverne, trappeti, querceti, vigne, oliveti, selve, terre coltivate e non coltivate, masserie, diritti di pascolo, erbaggi, prati, diritti di fitto, dazi, gabelle, passi e diritti di piazza, acque, paludi, laghi, mulini, caccia, pesca, diritto di peso e misura, ufficio del mastro d’atti, diritto di amministrare la giustizia.
L’insieme di questi beni abbiamo eretto in
Commenda Magistrale
come beneficio particolare a Noi spettante.
E ora, con i nostri poteri ordinari, conferiamo la
Commenda Magistrale del Casale della Trinità
a
Fra Don Antonello Gagliotti
dei Baroni di Terranova
e con la presente Bolla lo immettiamo nel possesso della Commenda.
A lui, come vassalli, gli abitanti del Casale della Trinità verseranno come tassa tre carlini
per ogni casa e 25 grana per ogni vignale di terra, come anche una gallina a famiglia all’anno.
Al Commendatore conferiamo il potere di confermare la elezione del
Sindaco, Eletti e Camerlengo,
a cui spetterà amministrare l’Università del Casale della Trinità.
Al Commendatore conferiamo il potere di nominare il
Governatore o Capitano
per l’amministrazione della giustizia,
presso il quale l’Università del Casale dovrà tenere a sue spese un giurato.
A tutti ordiniamo di osservare e far osservare quanto da Noi deciso con la presente Bolla.
Dato a Malta, li 15 di ottobre del 1589
Il Gran Maestro
Fra Ugo Loubens de Verdalle
Terminata la lettura della Bolla, l’arciprete si avvicina al Commendatore e gli porge il Vangelo, affinché il neo eletto possa prestare il giuramento di rito, che avviene con la seguente formula:
Io, Fra Antonello Gagliotti, dei Baroni di Terranova,
Cavaliere di Malta
per grazia di Dio e per volontà del Gran Maestro
eletto Commendatore della Commenda Magistrale del Casale della Trinità,
nel momento in cui prendo possesso di questo beneficio
GIURO
sui sacri testi evangelici
di mantenermi fedele
al Gran Maestro,
alle finalità dell’Ordine di Malta,
ai precetti di Santa Romana Chiesa.
A questo punto il Commendatore si sposta sul lato sinistro del presbiterio, dove su un ampio tappeto è collocata una sedia con braccioli, spalliera alta e cuscino. Qui prende posto, ormai nel pieno dei suoi poteri: i presenti, quindi, a cominciare dall’arciprete e dal sindaco, sfilano davanti a lui e, con il gesto dell’inchino, lo riconoscono come signore del paese.
Conclusa questa fase della cerimonia, il notaio Orazio de Leo annuncia il primo atto ufficiale
del Commendatore e cioè la nomina del Governatore o Capitano, che amministrerà la giustizia nel Casale della Trinità. Invita pertanto a farsi avanti don Giulio Cesare Marinelli, al cui cospetto Fra Antonello Gagliotti legge il seguente diploma:
Io, Fra Antonello Gagliotti, dei Baroni di Terranova,
Cavaliere di Malta
per grazia di Dio e per volontà del Gran Maestro
Commendatore della Commenda Magistrale del Casale della Trinità
con i poteri conferitimi dal Gran Maestro
nomino
Governatore del Casale della Trinità
Giulio Cesare Marinelli
A lui spetterà amministrare la giustizia,
con la cognizione delle cause primarie civili e criminali,
con il mero e misto imperio,
con la potestà delle quattro lettere arbitrarie,
con la potestà di comporre i delitti e le pene,
commutandole da corporali in pecuniarie.
A lui raccomando equità e misericordia,
come vuole Iddio, Somma Giustizia.
Il nobile Marinelli esprime la sua accettazione con un inchino e, in virtù del grado acquisito, va ad occupare il posto lasciato libero dal Commendatore sul lato destro del presbiterio. Ai piedi dell’altare, dunque, l’una di fronte all’altra, abbiamo le massime autorità del paese.
Le note dell’organo solennizzano l’evento, così come poi daranno il segnale a chi era rimasto fuori della conclusione dell’intera cerimonia. La folla della piazza, quindi, prende ad ondeggiare di fronte alle spinte di chi cerca di ricreare lo spazio necessario al passaggio del corteo.
Alla spicciolata cominciano a venir fuori dalla chiesa le varie personalità, che faranno ala al Commendatore. Questi percorre lentamente il breve tratto che lo separa dal Palazzo, che ora è la sua residenza, vi entra, sale al primo piano e si affaccia al balcone. Ancora una volta le autorità, i nobili e le persone influenti del luogo si inchinano in segno di omaggio e di sottomissione, un gesto importante per il popolo che assiste.
Il Commendatore saluta la folla e in un breve discorso promette, con l’aiuto di Dio, di fare quanto è in suo potere per migliorare la condizione di vita degli abitanti del Casale; in tal senso chiede anche la collaborazione degli amministratori locali e dei cittadini tutti.
Uno squillo di trombe riempie la piazza, a segnare la conclusione della cerimonia. Mentre il suono delle campane si diffonde sui tetti e nella campagna circostante, quasi a voler salutare l’avvio della presenza dei Cavalieri di Malta nel Casale della Trinità.
Pietro di Biase
Tratto da:
P. di Biase, Cavalieri della Disfida e Cavalieri di Malta in un borgo di Puglia, Barletta 2003.